Sono Apollonia d’Erchia, una delle proprietarie di questa meravigliosa e antica dimora d’epoca. La storia di questo Hotel inizia tra il 1998 e il 1999 quando, inseguito ad un sogno e alla voglia di non perdere un pezzo importante simbolo della mia famiglia, decisi di ridar vita a questo luogo. Cosi, nel 2002, dopo una serie di lavori di restauro, la casa di famiglia si trasformò in quello che oggi è Palazzo d’Erchia: una dimora piena di charme ove è possibile rivivere l’atmosfera del passato.
L’Hotel si eleva su tre piani, conta 10 stanze e una ventina di posti letto. Tra le stanze più caratteristiche vi è la junior suite ove è presente un affresco dell’800. Ogni stanza conserva ancora la bellezza di un tempo: il mobilio d’epoca, la pavimentazione originale e volte in pietra. Al primo piano vi è persino un architrave che divide il corridoio con su inciso “A D 1773”. Sono molto legata a questo posto e ogni volta che accolgo un ospite faccio del mio meglio per farlo sentire a casa, perché questo hotel prima di tutto è una casa.
Come saprete l’ospitalità è un arte antica che si perde all’alba dei tempi e nasce dalla voglia delle famiglie nobili di accogliere amici e parenti nelle proprie abitazioni dandogli la possibilità di trascorrere delle giornate spensierate in un luogo nuovo. Oggi, in questo hotel, io cerco di conservare quell’antica arte facendo del mio meglio per far sentire ogni ospite a suo agio. Non importa cosa spinge i miei clienti a muoversi, quello che conta, per me, è che ogni momento trascorso tra queste mura sia speciale.
Per questo ai clienti business cerco di offrire, non solo una connessione WI-FI gratuita in modo da farli lavorare in tutta tranquillità, ma anche una stanza accogliente e dotata di scrivania che li permetta il massimo comfort. Agli amanti dei viaggi adoro dargli la possibilità di scoprire posti nuovi e meravigliosi dandogli tutte le indicazioni di cui necessitano. Inoltre questo posto è perfetto anche per rilassarsi, fare sport, entrare a contatto con la natura o con la cultura e la tradizione di questa terra.
Conversano, non è altro che una vecchia contea, ove nei secoli la nobiltà l’ha fatta da padrone e tra le mura del centro storico, proprio ove questo hotel è situato, tante gente ha avuto la fortuna di soggiornare grazie all’accoglienza dei conti. Una parte del passato di Conversano è stata persa a causa di due incendi che hanno coinvolto la Cattedrale e il comune, quindi, non è possibile risalire alla documentazione precedente ‘800. Pertanto l’ultimo avo che abbiamo ritrovato è stato Pietro d’Erchia, prete nato proprio tra queste mura, il 14 novembre del 1836, fratello del mio bisnonno: Vito Donato d’Erchia.
Il mio bisnonno, un possidente molto conosciuto nella zona, si sposò prima con Filomena Jaja, dalla quale ebbe mio nonno Sebastiano, e in seguito con Aurelia Jaja dalla quale ebbe 3 figli. Le due donne erano sorelle e avevano un fratello filosofo: Donato Jaja. Egli fu il primo conversanese ad avere la cattedra universitaria presso la Normale di Pisa. Grazie a Pietro d’Erchia, figlio di Aurelia e fratellastro di mio nonno Sebastiano, oggi questo hotel possiede un logo unico nel suo genere. Difatti, le iniziali riportate come simbolo di questo hotel (p di palazzo e d’E di d’Erchia), non sono altro che le iniziali di Pietro d’Erchia che, tempo fa, furono incise su un bottoncino in oro che valorizzava un portafoglio. Questa è in breve la storia di questo hotel , se volete assaporane la vera essenza vi consiglio di venire a trovarmi.